Color switch CLO

Clo 7 – Da una major release mi aspettavo di più.

Arriva il caldo, arriva l’estate e arriva la nuova versione di CLO! Come sempre ci si aspetta stravolgimenti e colpi di scena...ormai siamo stati abituati bene noi utenti di Clo! Mi prendo la giornata libera perché di solito c'è molto da studiare e da scoprire! E invece... ”tutto” qui?!

Nessuno stravolgimento, nessun colpo di scena, ma come?

Beh, guardiamo meglio... qualche piccola novità interessante c’è!

Le novità più interessanti, a mio parere.

Importazione di cartamodelli 2D migliorata

Partiamo da una novità che definirei "tecnica": un'estensione della compatibilità dei file DXF (Drawing Exchange Format, inventato da Autodesk 40 anni fa, circa, per lo scambio dei disegni 2D). Chi è solito creare i propri cartamodelli con programmi di disegno CAD sa bene che non sempre l’importazione dei file DXF ha successo al 100%. In questa nuova versione alcuni problemi di compatibilità sono stati risolti e, inoltre, molti più formati CAD risultano leggibili in Clo. Per chi avesse ancora problemi di importazione con Clo 7, consiglio di salvare il file in formato PDF ed importarlo in Clo con questa estensione.

Modifica dei materiali tramite Texture Editor migliorata

Passiamo ora ai materiali. Il modulo TEXTURE EDITOR lo conosciamo già dalle precedenti versioni. Si tratta di editor immagini, interno al programma, che ci permette la modifica delle texture senza scomodare programmi esterni quali Photoshop o altri. In Clo 7 troviamo una chicca: COLOR SWITCH. Questa opzione, rintracciabile nella sezione PAINT, vi permetterà di ricolorare le immagini che state utilizzando per comporre la vostra texture. Ripeto: se non avete Photoshop (o altri programmi di grafica equivalenti), credetemi, questa opzione è veramente preziosa.

Modellazione di elementi di accessori moda migliorata

Ed ora siamo giunti all’argomento TRIM, tema particolarmente interessante soprattutto per chi crea accessori. Gli utenti più esperti sanno che è possibile modellare elementi di minuteria in Clo attraverso i seguenti passaggi:

1. Aprire un file nuovo.
2. Disegnare gli elementi come fossero cartamodelli.
3. Dare spessore a quanto creato dal PROPERTY EDITOR con l’opzione ADD THICKNESS RENDERING.
4. Esportare l’oggetto in formato OBJ.
5. Importare come TRIM nel file di progetto.

Con Clo 7 la procedura si accorcia grazie alla possibilità di convertire un cartamodello in TRIM. Direttamente.

Ovviamente bisogna ancora disegnare il cartamodello e assegnargli il giusto spessore dopodiché, nella finestra 3D, si fa clic con il tasto destro del mouse e si seleziona l’opzione CONVERT TO TRIM. Se l’oggetto è composto da più elementi basterà fare una selezione multipla e l’insieme di oggetti verrà interpretato da Clo come un TRIM unico. Questa miglioria consente di guadagnare un po’ di tempo grazie al minor numero di passaggi da effettuare.

Interfaccia di Clo 7 migliorata

Ci sono anche delle piccole novità nell’interfaccia del programma. Due esempi: gli elementi della libreria appaiono con una struttura ad albero e gli ambienti BOM e COLORWAY non compaiono più nel menù a tendina in alto a destra...niente paura, non sono scomparsi! Nella barra superiore (menu principale) tra le voci MATERIALS e AVATAR troverete il menù EDITOR ed è qui che si nascondono BOM (l’ambiente che ci permette di fare una stima dei costi dei materiali per la produzione) e COLORWAY (che ci dà la possibilità di creare innumerevoli combinazioni colore del nostro progetto).

Cartamodello da parametri, in embrione

Sempre nel menù EDITOR compare la voce PARAMETRIC PATTERN al primo posto nella New Feature List e, in effetti, è una grande novità ma è ancora limitata. In cosa consiste: creazione del cartamodello attraverso l’inserimento di valori numerici. Come detto è limitata perché si può creare il solo corpino ma, se sviluppata nelle future versioni, questa funzione renderà la vita più facile a chi ha scarsa padronanza della modellistica.

Conclusioni

La prima impressione nell’apprendere le novità di Clo 7 è stata, lo confesso, non completamente appagante, ma entrando nel dettaglio delle singole implementazioni ci accorgiamo che non è così. Non vi ho parlato, ad esempio dei miglioramenti della versione Clo per MAC che, nella mia esperienza non era particolarmente affidabile e che ora – invece – sembra essere più resiliente e aggiornata per l’utilizzo dei processori Apple M1. Non ho sottolineato i piccoli ma significativi miglioramenti nella realizzazione delle ZIP (sarà contentissimo il collega @DanieleManassero!!) e altri dettagli importanti per chi usa il software professionalmente. Clo 7: tanti piccoli accorgimenti che rendono ancora più interessante e potente questo software.