Carbon 3D è l’azienda creatrice della nuova Carbon3D printer, presentata alla conferenza TED, il 16 marzo scorso a Vancouver. La stampante è l’unica del suo genere: utilizza un sistema fotochimico ed un polimero liquido per la creazione di oggetti fisici in 3D.
Com’è possibile utilizzare un materiale liquido per stampare oggetti plastici in 3D? Tramite CLIP, “Continuous Liquid Interface Production”, la vera innovazione di Carbon3D.
CLIP è una tecnologia avanzata che si fonda sull’interazione tra raggi UV, che innescano il processo di fotopolimerizzazione, e ossigeno, che inibisce la reazione: in questo modo l’oggetto “cresce” sollevandosi da una vaschetta riempita di resina in gel.
Questo è possibile perché Carbon3D printer è dotata di una finestra trasparente alla luce e permeabile all’ossigeno, ma in grado di controllarne il flusso: essa crea una zona “morta”, nella quale non si verifica la fotopolimerizzazione, ed è proprio in quest’area che il gel emerso si plasma in un oggetto, riscaldato e così reso solido.
Carbon 3D printer è una valida alternativa alle stampanti 3D tradizionali, che si basano, invece, sulla creazione di oggetti tramite stratificazione di polvere o filamento. Nonostante il progetto sia ancora in fase di perfezionamento – ad ora, è possibile stampare solo prototipi di piccole dimensioni – le sue caratteristiche innovative potrebbero portarla ad essere la stampante del futuro:
- La tecnologia CLIP possiede una velocità molto più elevata rispetto alle sue concorrenti standard, dalle 25 alle 100 volte. Se una stampante tradizionale impiega ore o intere giornate per concludere il lavoro, Carbon3D printer impiega solamente decine di minuti.
- Ha una precisione al dettaglio di 25 micron. Inoltre, poiché evita l’aggiunta di colonnine di supporto, migliora le proprietà meccaniche dell’oggetto, creando, per esempio, superfici lisce all’esterno per prototipi solidi all’interno.
- La scelta dei materiali è ampia, grazie alla varietà dei polimeri esistenti utilizzabili come resina gel, anche se, in ogni caso, si tratta sempre di materia plastica.
Non abbiamo notizie né circa la data di lancio sul mercato né su quanto possa costare, ma non vediamo l’ora di metterci le mani.
Sarà davvero il futuro?